Gli avvoltoi si trovano al termine delle catene alimentari e sono necrofagi, cioè si nutrono dei resti degli animali morti. Le quattro specie presenti in Europa hanno sviluppato strategie alimentari diverse, per sfruttare le carcasse senza entrare in competizione.

I magnifici quattro

Il grifone si nutre delle interiora e delle parti più morbide, insinuando il lungo collo nudo nelle aperture della carcassa.

L’avvoltoio monaco, munito di un becco più robusto, è in grado di lace-rare la pelle e i muscoli.

Il capovaccaio elimina i frammenti più piccoli,  mentre il gipeto si nutre delle ossa che contengono il midollo.

In Italia il capovaccaio nidifica con poche coppie nel Mezzogiorno e in Sicilia, il grifone è presente in Sardegna, in Sicilia, in Italia centrale e nelle Alpi orientali, il gipeto nelle Alpi mentre l’avvoltoio monaco è scomparso dalle sue ultime zone di nidificazione in Sardegna ormai cinquanta anni fa. Il ciclo riproduttivo del Gipeto è regolato dall’andamento delle stagioni. Le coppie già in autunno sono impegnate nella sistemazione dei nidi e negli accoppiamenti. Tra fine dicembre e gennaio vengono deposte due uova, dalla cui schiusa si involerà un solo giovane.

Durante il periodo della cova, l’uovo deve essere costantemente scaldato da uno degli adulti, che si alternano tra questo compito e la ricerca del cibo per 55 giorni. A marzo, quando l’uovo schiude, fa ancora molto freddo e il pulcino deve essere scaldato con continuità, ma nelle ultime settimane di permanenza nel nido i genitori si limitano a portargli il cibo. A luglio, a circa 110 giorni dalla schiusa, il giovane è pronto a spiccare il volo. Dipenderà dai genitori ancora per alcune setti-mane e alla fine dell’estate inizierà a essere allontanato dal territorio di nascita. Nei primi anni compierà ampi spostamenti, fino a trovare un partner e stabilirsi in un suo territorio.

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